Artecittà: 11 artisti per il passante ferroviario di Torino

A breve distanza da dove abito è presente una struttura in mattoni rossi che mi ha sempre dato l’impressione di uno scheletro di edificio industriale abbandonato. Non sapevo cosa fosse, benché fosse lì da ormai 10 anni,  ovvero dal 2005, in largo Orbassano a Torino. L’ho scoperto per caso alcuni giorni fa: si tratta di un’opera d’arte, benché nel giardino che la ospita non vi sia alcuna indicazione al riguardo. Sempre piuttosto vicino a dove abito c’è una fontana a forma di igloo: in questo caso, naturalmente, avevo capito che si trattava di un’opera d’arte, essendo piuttosto evidente, e mi è capitato spesso di passarvi vicino, però non sapevo che essa facesse parte di un progetto più grande.

Indagando in rete, ho scoperto infatti che queste due opere fanno parte di un progetto per la riqualificazione dell’area del passante ferroviario, ovvero un tratto ferroviario sotterraneo che collega le stazioni di Torino Porta Susa con Stura a nord, e Torino Porta Susa con Lingotto a sud. La parte in superficie è stata oggetto di un lavoro di trasformazione urbana denominato Spina Centrale che sta portando alla creazione di un grande viale che attraversa la città da nord a sud, con ampi marciapiedi, piste ciclabili e alberi; tratto caratterizzante di tutto il viale sono degli avveniristici “pali bianchi” a sostegno dell’impianto di illuminazione.

Così ho scoperto che il progetto “Artecittà: 11 artisti per il passante ferroviario” è stato avviato nel 1995 dalla città di Torino, affidando la direzione all’olandese Rudi Fuchs, direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam e all’epoca direttore del Castello di Rivoli. Come da titolo il progetto prevedeva la realizzazione di 11 opere poste nel tratto sud della Spina, quello che va da corso Turati fino a Corso Vittorio Emanuele II, ma ne sono state realizzate soltanto tre: nel 2002 viene posta, in corso Mediterraneo, Fontana Igloo di Mario Merz; sempre nel 2002 Giuseppe Penone realizza un Albero giardino all’incrocio tra corso Mediterraneo e corso Ferrucci; infine nel 2005 in largo Orbassano viene posta quella misteriosa struttura da cui siamo partiti, e che ora so essere l’Opera per Torino dell’artista danese Per Kirkeby, sicuramente la più criticata e meno amata delle tre dall’opinione pubblica.

E’ stato soprattutto ciò che ho letto dell’opera di Giuseppe Penone, che non avevo mai notato, ad incuriosirmi; così sono andato a vederla dotato di macchina fotografica, e dato che mi ha davvero molto colpito, non ho potuto esimermi dallo scrivere questo articolo, dove peraltro riporto un reportage di tutte e tre le opere, nonché un video realizzato “dentro” l’Albero giardino. Con l’auspicio che prima o poi il Comune di Torino riprenda in mano il progetto ed anche le altre 8 opere possano vedere la luce.

Fontana Igloo
Un igloo con una struttura ricoperta di lastre di pietra e luci al neon è al centro di una vasca con delle canne che gettano acqua. Ciascuna scritta al neon è coperta da una lastra di vetro triangolare, il cui vertice punta verso il punto cardinale indicato. Nella vasca sono presenti lastre di pietra, che danno l’impressione di essere state scagliate dalla struttura principale. Mario Merz è autore anche de Il volo di numeri, realizzato all’interno di Luci d’Artista, con il quale i primi numeri della successione di Fibonacci venivano collocati sulla Mole Antonelliana.

Fontana igloo di Mario Merz

Fontana igloo di Mario Merz

Fontana igloo di Mario Merz

Fontana igloo di Mario Merz

Albero giardino
L’opera è costituita dall’allestimento, nella parte centrale del preesistente giardino di forma triangolare Caduti di Cefalonia e Corfù, di una galleria verde, percorribile, che ha la forma di un albero coricato con tre rami. All’estremità dei tre rami si trovano: un pioppo, una barriera di alloro, un bacino d’acqua rotondo nel quale si specchiano dei cipressi. Lungo il perimetro dell’area sono stati piantati degli alberi da frutta. Delle tre opere è quella che mi ha colpito di più, ed anche la più nascosta: se non si sa che esiste è infatti facile passarvi accanto, magari distrattamente, e non notarla scambiandola per una normalissima siepe. In questa stagione la galleria non è verde, quando si è all’interno lascia intravedere l’esterno, e i rami intricati le danno un tono quasi horror. Vi tornerò in primavera/estate per fare altre foto che aggiungerò qui.

Albero giardino di Giuseppe PenoneAlbero giardino di Giuseppe Penone

Albero giardino di Giuseppe Penone

Albero giardino di Giuseppe Penone

E questo è il giardino visto dal satellite, per farsene un’idea complessiva:

Corso Mediterraneo, 10141 Torino, Italia

Opera per Torino
Si tratta di un porticato a doppia altezza realizzato principalmente in mattoni rossi. La particolarità dell’opera è che dall’esterno sembra avere pianta rettangolare, mentre in realtà essa è trapezoidale, e questo può essere appurato entrandovi dentro; effettivamente pur essendovi passato tante volte accanto, avevo sempre pensato fosse rettangolare, quindi entrarvi dentro crea un po’ di stupore (non molto però). Il senso dell’opera secondo il Settore Decoro Urbano è proprio questo: da fuori le linee sembrano perfettamente ortogonali, in realtà non lo sono; ciò richiama simbolicamente l’ambiguità della città (ecco spiegato il titolo), apparentemene razionale e ordinata, ma non priva di aspetti inquietanti. L’autore parla anche di “ombra metafisica” ma ad essere onesto non ho capito molto al riguardo. E’ quella che mi piace meno delle tre, ma almeno, ora, questa struttura ha per me assunto un suo senso.

Opera per Torino di Per Kirkeby

Opera per Torino di Per Kirkeby

Opera per Torino di Per Kirkeby

Opera per Torino di Per Kirkeby

A questo link è disponibile il documento pdf del progetto artistico:
https://www.file-pdf.it/2015/10/26/artecitta-11-opere-passante

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